Nel cuore degli anni Ottanta Bennato cantava di un'Italia "bella di sera" che pur tra mille contraddizioni si lasciava ammirare, destreggiandosi "
bene su quei tacchi a spillo". "
Su un rapido che è sempre in ritardo (certe cose non sono cambiate…..)
sei un grande sogno da attraversare"…. Che ne è stato oggi di quel sogno, vorrei chiedere al nostro Edoardo? Mi piacerebbe intervistarlo sui problemi dei nostri giorni, ma ho paura che gli susciterei una grande amarezza.
Lui che in omaggio all'Italia ha scritto anche un inno per i Mondiali, interpretato in coppia con Gianna Nannini, chissà che cosa pensa oggi del proprio Paese. "
Passo di danza/(…) dolce e perversa fai un'altra promessa, tu…": questo passaggio può già farci intuire il marcio che cominciava ad affiorare, le promesse non mantenute… ma se allora si guardava all'America come oggetto del desiderio o irraggiungibile Paese dei Balocchi (mi piace questo paragone, tra i tanti possibili, perché rimanda al mondo fiabesco tante volte protagonista, tra pirati e burattini, nelle sue canzoni), quale può essere adesso la meta a cui aspirare? Che modelli offre la società contemporanea al di fuori dell'effimera realtà televisiva?
Sarò rimasta indietro, ma dopo gli eroi di quand'ero ragazzina non ne ho visti sorgere altri e mi spaventa questa assoluta mancanza di esempi di solidità morale da seguire. Abbiamo visto Obama ricevere il premio Nobel per la pace: ma per che cosa?!? Non aveva ancora avuto il tempo di fare nulla! L'assurdità del gesto si commenta da sé. La stella di Papa Giovanni Paolo II impallidisce tra gli scandali esplosi sotto il pontificato del suo austero e poco amato successore. Aung San Suu Kyi vive reclusa ed imbavagliata dal regime da anni. Il carisma del Dalai Lama si sta spegnendo in un vano peregrinare tra mezzi potenti che temono, ricevendolo, di suscitare le ire della superpotenza cinese, inarrestabile e tracotante. Mi fermo qui: ce n'è abbastanza da scrivere un saggio, ma non è questa la sede adatta e non voglio ridurre la mia esternazione ad un elenco della spesa. Sono sconfortata dal trionfo della mediocrità e della superficialità generalizzata, in cui chi vince è soltanto chi può vantare il patrimonio di Murdoch o l'imprenditorialità di Steve Jobs e chi fa parlare di sé in TV e sulle riviste di gossip.
La mia visione globale è talmente negativa che include ogni ambito. Senza entrare in campi che non mi competono, per tornare al punto di partenza non mi sembra nemmeno che negli ultimi anni siano nati gruppi musicali di rilievo. Il fenomeno di consumo del singolo pezzo, a di là della fidelizzazione ad un cantante/gruppo, fa sì che si brucino in poco tempo. Quanti sono i famosi del Duemila ancora in sella: Black Eyed Peas? Coldplay? A guardar bene anche loro sono nati alla fine degli anni Novanta… Non voglio dire che siano le capacità che mancano - di belle voci in giro ce ne sono sempre - ma la professionalità cede spesso il passo alla presenza fisica o alle stravaganze dei soggetti. Ancora una volta apparire, prima di tutto, a discapito dell'essere.
Sono certa che là fuori è pieno di ragazzi che pensano con la propria testa e che si rimboccano le maniche per costruirsi il proprio futuro, anche se già solo il precariato potrebbe essere sufficiente a bloccare le loro aspirazioni, dovendo pressantemente occuparsi della propria sopravvivenza, in primis. Per non parlare dei soldi che mancano, del tempo libero che non basta per sbrigare tutte le incombenze né per stare quanto vorremmo con i nostri figli, del lavoro che assorbe tutte le nostre energie migliori…
Nella società attuale mi sembra tanto che ci siano priorità ben più impellenti che mettersi a pensare dove stiamo andando: siamo troppo impegnati a stare a galla! Ma tutto questo ci impoverisce, concorre a quell'appiattimento culturale, a quella omologazione di massa che tanto temo. Perché la massa è troppo GOVERNABILE e MANIPOLABILE. Perché non si oppone. Perché consente senza batter ciglio a chi ci governa di fare esclusivamente il proprio interesse.
Che NON è quello del Paese.
Ok Italia………….. stiamo a vedere, come se si trattasse di uno spettacolo e non della nostra vita.
Qualcuno aspetta ancora un secondo Messia? C'è chi pensa che sia già arrivato e sorrida ammiccante da tutti i teleschermi, seduto nella poltrona più ambita del Parlamento.
Povera Italia.