Acqua e Vento

Uno spazio per pensare, per comunicare, per trasmettere tutto quello che mi passa per la mente.... Mia nonna mi diceva spesso "tu sei acqua e vento". Un attimo prima la tempesta, un attimo dopo di nuovo il sole. Ecco, uno spazio pieno di sole.

29 dicembre 2008

Dreaming of a white New Year's Eve...

Possa lo spirito Natalizio

portarvi Pace e il 2009 darvi Speranza e garantirvi Prosperità e Serenità

28 dicembre 2008

Lui non è quello che è.....?

Compagnia Teatri Possibili
RICCARDO III
di William Shakespeare

regia di Corrado d’Elia

assistente Luca Ligato
Scene e costumi di Francesca Marsella
Luci di Alessandro Tinelli
Fonica di Federico Di Stefano

con Marco Brambilla, Alessandro Castellucci, Monica Faggiani, Valeria Perdonò, Bruno Viola.

dal 2 al 31 dicembre al Teatro Libero di Milano
Infotel 02/8323126 - biglietteria@teatrolibero.it

Lo spettacolo è la naturale conclusione stilistica e di progetto del “ciclo shakespeariano” prodotto dalla Compagnia Teatri Possibili con la regia di Corrado d'Elia.

5 spettacoli
(Otello, Romeo e Giulietta, Macbeth, Amleto e appunto Riccardo III) che sono per caratteristica visionari e immaginifici, veloci e appassionati e che hanno come base stilistica il rapporto tra la parola e l'immagine.

Riccardo è per noi l'incarnazione del male, che programma, ordisce, tesse trame e con parole sapienti, convince, seduce ed uccide.

È una mente diabolica assetata di potere e di gloria, un calcolatore spregiudicato che desidera tutto oltre ogni umana decenza e ogni pudore.

Riccardo è una voce, un sogno, il gioco estremo, luci psichedeliche, desideri e morte.
Riccardo è il grande virus, che muove e conduce il gioco, manovra il joystick di un videogame dove tra led luminosi e luci impazzite, personaggi onirici e pedine fluorescenti compaiono, si trasformano e spariscono all'intero del perimetro stabilito di una magic box.

Riccardo il “big generator”.
Riccardo che è oggi ciò che vogliamo che lui sia.

RICCARDO III di Corrado d'Elia non vi lascerà tregua...nè scampo...nè respiro...nè possibilità alcuna di comprendere...il male non ha alcuna spiegazione.

Sarà una soggettiva appassionante, lo scanner di una mente perversa, che muoverà con passione distorta verso il compimento di un destino, terribile, grandioso e geniale.

Difficile distinguere i fantasmi da chi veramente esiste, gli incubi dalla realtà.

ll genio, il male, il sogno, il gioco, tragicamente insieme.

Un cavallo, il mio regno per un cavallo...”

DA VEDERE!!!! Come sempre Corrado non può deludere.

23 dicembre 2008

Parole per parole

Ci ho messo anni a capirlo: non ti fidare delle parole soltanto.
Troppe volte non c'è dietro nulla...

20 dicembre 2008

Samba metropolitano

Ora di punta. Sento il ritmo della città. Lo sento nello sferragliare dei tram fermi al semaforo, percussioni ispiratrici per i rapper che sonnecchiano sui sedili. Lo sento nelle tue cuffiette, mentre stai in piedi accanto a me, vicino vicino, pressato dalla folla. Nel passo regolare o affrettato di chi vedo passare fuori dal finestrino.

Immagino una melodia che nasce dalla luce, mentre scende a partire dall'alto dei palazzi ad illuminare le strade. E' come un brusio sommesso all'inizio della giornata, che si arricchisce via via di nuovi strumenti fino a creare la voce potente di un corpo musicale. Un corpo che ha elementi provenienti da tutto il mondo, perciò non è strano se oggi la musica industriosa del capoluogo meneghino mi sembra un samba brasiliano. I nostri percorsi abituali mattutini si incrociano per un attimo in un passo di danza, inconsapevoli ballerini in una quotidianità individuale che senza gli altri non sarebbe reale.

Le nove e zero zero. Chiudo la porta dell'ufficio e lascio fuori il samba.

05 dicembre 2008

La mela di Fabio

Ce l'ho da parte da tempo... questa è la sera giusta per trascrivere un brano del racconto di Fabio Volo che ho letto tempo fa, così lo restituisco a mia madre!!
Parla di un tipo di amore che all'apparenza è lucido e succoso come la mela di Biancaneve, ma che in realtà racchiude tutt'altro. Parla di amore come accettazione e valorizzazione dell'altro. E del suo contrario. Dell'usare l'altro come un mezzo per l'affermazione di sé. Non consapevolmente, magari, così come l'oggetto dell'amore non è consapevole di ciò che gli accade. Ma un rapporto di questo genere è dipendenza-potere, imporre-subire. "Si dice amore/però no/chiamarlo amore/non si può" - anche Edoardo Bennato anni fa nel suo bel pezzo "La fata" parlava di un rapporto così...

"... spesso le persone che dicono di amarti - e non parlo solo di amore tra due amanti, parlo di qualsiasi rapporto, anche genitori-figli per esempio - in realtà dietro alla parola "amore" nascondono le loro esigenze, le loro necessità. E poi sai, amare non è una cosa da tutti. (...) Se amare una persona significa lasciare che sia se stessa, lasciarla in pace, sostenerla nel suo cammino, lasciare che cambi ciò che vuole cambiare rispettando i suoi tempi e i suoi modi, be', allora sono pochissime le persone che sanno amare (...) uno che non sa dare un valore a se stesso non può amare gli altri. Gli altri gli serviranno sempre per sostenere il suo ego (...) Molte persone dicono di amarti? ma in realtà ti stanno dando la mela rossa. Quando Biancaneve mangia la mela rossa non muore. Si addormenta. Molte persone che dicono di amarti ti offrono quet'amore che è come la mela rossa di Biancaneve: tu la prendi, la mordi, attratta da tanta bellezza rossa, lucida, tonda, e non ti accorgi che pian piano sparisci, ti annulli, diventi una sonnambula (...) Tutti possono avere questo atteggiamento, anche inconscio, della necessità di creare una dipendenza. Per le loro insicurezze, per avere un potere su qualcuno (...) alcune persone sono più fragili di altre e non riescono da sole a essere così determinate nella vita. Perché hanno paura di deludere, di non essere accettate, amate. Hanno paura di dover affrontare le cose da sole. Ed è proprio in queste situazioni che si vede se una persona ti ama veramente e ti sostiene o se invece esercita un potere su di te. "Non ha l'ottimo artista alcun concetto che la materia in sé non circoscriva col suo soverchio": queste sono parole di Michelangelo Buonarroti. Quelle che ha usato per spiegare che di fronte a un cubo di marmo lui non scolpiva l'opera d'arte, ma l'opera d'arte era già dentro e lui lavorava coi suoi strumenti solo per liberarla (un po' quello che fa l'attore nell'interpretare un personaggio: non inventa nulla, ricrea qualcosa che ha già dentro di sé) . Così ogni persona dovrebbe fare nella vita: cercare gli strumenti per liberare l'opera d'arte ce c'è in noi; perché ognuno di noi è unico e irripetibile al mondo, è un'opera d'arte. E' difficile a volte spiegare a chi ci è intorno, anche alle persone che ci vogliono bene, cosa noi sentiamo dentro. Per iniziare questo percorso circolare dell'uomo verso se stesso servono scelte apparentemente folli o gesti poetici, ma soprattutto un atto di coraggio. Perché quello che sentiamo dentro e che vogliamo raggiungere spesso è un percorso che non va esattamente nella direzione che vorrebbero le persone che ci stanno attorno. Qui il grande bivio: essere accettati, rispondere alle aspettative degli altri, o lottare per essere se stessi? Scegliere la seconda strada vuol dire sostenere da subito i dubbi che per natura comunque nasceranno durante il percorso, e soprattutto sostenere un senso iniziale di solitudine (...).

da "La mela rossa" - Fabio Volo -

L'estate scorsa ho letto anche il suo romanzo "Il giorno in più": un libro che mi ha accompagnata in un periodo difficile della mia storia con R. Ma che mi ha aiutata a capire certi meccanismi che si innescano nella coppia e mi ha fatto riflettere. Fabio Volo scrive in maniera piacevole, ma niente affatto superficiale. In termini di sentimenti ha senz'altro qualcosa da insegnare...

02 dicembre 2008

Uomini e bestie van capiti

... e chi li capisce è bravo.