Il dado è tratto
Siamo uguali, in questo, tu ed io: non possiamo lasciare che le cose rimangano in superficie, dobbiamo capire, analizzare.... magari scopriremo che questa crisi ci ha aiutati a costruire un rapporto su basi più solide, che era necessaria perché la nostra relazione crescesse.
Ho parlato con amici che convivono, in questi giorni, e quando si va sull'argomento i loro occhi si fanno più profondi: "Non è facile" è il commento di tutti. Nei loro occhi compare un velo. Luca dice che amore, passione, dolore sono strettamente collegati: non può esserci l'uno senza l'altro. Convivere, questo è ciò che ho capito, è smontare le proprie abitudini per ricostruirne di comuni. Venirsi incontro. Rinunciare a parte dei propri spazi ed al proprio egoismo. Perché il premio che si ha vale molto di più. Ma è anche imparare a litigare, confrontarsi a cuore totalmente aperto, trattare le sciocchezze per quello che sono e riderne insieme, serenamente, e cercare di affinare le differenze, per "incastrare i propri spigoli" e far sì che le piccole questioni di ogni giorno diventino un gioco, da giocare l'uno al fianco dell'altro.
Quello che senti dici che è un tuo problema, che vuoi affrontarlo da solo. Io questo lo rispetto.
Ma in una coppia non sei più da solo, ricordalo. Sarò qui per te, finché avrai anche solo un dubbio di volermi bene, di volermi accanto a te. E questo non lo leggere come se non avessi una mia dignità: io ti amo, questo mi giustifica, e so che abbiamo tanto in comune. Io ho creduto tanto in NOI.
Mi sono chiesta come mai ho reagito così violentemente quando mi hai espresso i tuoi dubbi.
Oggi ho avuto una illuminazione. Innanzitutto non mi aspettavo assolutamente che il problema che mi avevi esposto due giorni prima fosse solo la punta dell'iceberg. Per questo ho pensato che il discorso si potesse rimandare, non avevo idea di quello che ti si agitava dentro e scoprire che senza nessun segnale tu potessi aver avuto quei pensieri mi ha fatta precipitare da altezze di gioia assoluta ad un baratro di disperazione nero. La sua parte l'avrà giocata anche la mia condizione ormonale da giorni precedenti al ciclo, è un dato di fatto che si è più emotivamente instabili, specie se si ha un temperamento a volte drammatico come il mio.
E poi molto è dipeso dalle parole che mi hai detto, mentre eri dall'altro lato della stanza: sembrava il prologo di un addio...... ne ho detti tanti di addii, non si può prescindere dai miei trascorsi e dalla mia paura dell'abbandono. Anch'io ho avuto i miei traumi e come ti ho scritto ne porto i segni. Anch'essi determinano i miei comportamenti.
Prima che io e Gabriele ci lasciassimo, l'anno scorso, abbiamo avuto tre mesi di agonia, perché lui non capiva se la disperazione per la sorte di suo padre fosse l'unica causa dei suoi sentimenti cambiati per me. E' stato un periodo così buio che non potevo pensare, in quel momento, di lasciarlo accadere di nuovo.
Ma con te è diverso.
Io voglio riprovare a stare insieme, ad aggiustare quel che non va, portare avanti la nostra storia.
Ti chiedo scusa per le mie mancanze, capisco ora che anche il mio negare l'ipotesi che tu ti prendessi un computer portatile, ad esempio, può averti ferito. In un'ottica di condivisione di tutto (e credo che anche con la nostra simbiosi, seppure spontanea, abbiamo forse esagerato) credevo che ne bastasse uno. Ma tu hai la necessità del TUO spazio, è normale! Quella sera che entrambi eravamo collegati al computer ha funzionato.... Temo di aver preteso che tu ti adattassi a quello in cui ho sempre vissuto io: piccolino, fatto per una persona sola, mentre avremmo dovuto distruggerlo per ricreare un po' uno spazio che fosse di tutti e due. Oltretutto a Milano, una città dove non riesci a stare. Sicuramente in una casa nuova per entrambi sarebbe stato più facile. Hai scritto che ti rendi conto che vivendo qui sola da tanti anni ho le mie abitudini consolidate. Certamente è così. Ma io sono disposta a cambiarle per te. E' giusto che lo faccia. Ti ho lasciato il tuo lato preferito del letto......
Quando ho sentito la tua voce addolcirsi, al telefono, mentre mi dicevi che un paio di tasselli sono andati al loro posto mi si è riaccesa la speranza... Vorrei avere la possibilità di scoprire anche i tuoi lati nascosti, che sono usciti allo scoperto solo in questa occasione, seppure in modo così sconvolgente, e con cui non ho avuto modo di confrontarmi. Vorrei continuare a conoscerti..... Vogliamo rimetterci in gioco? Non importa se e quanto dovremo ancora soffrire, fa parte della vita. Per te vale la pena, LO SO. Ti lascio la settimana che mi hai chiesto. Che differenza può fare una settimana rispetto a tutta la vita? e se non avrai chiarito tutti i tuoi dubbi spero che potremo cercare di chiarirli insieme, di riaprire un dialogo...
Ho tirato il dado.
Tocca a te, ora.
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