Dove volano le aquile
Stasera mi sento produttiva...
Ringrazio Susanna per una vecchia mail che mi aveva mandato, citando il suo profeta preferito:
Oltre la mia solitudine c'è un'altra solitudine, e per colui che vi dimora il mio isolamento è un mercato affollato e il mio silenzio una confusione di suoni.
Sono troppo giovane e inquieto per cercare quell'altra solitudine. Le voci di quella valle lontana mi riecheggiano ancora nelle orecchie e le sue ombre mi sbarrano la strada e non posso proseguire.
Oltre queste colline c'è un boschetto incantato e per colui che vi abita la mia pace non è altro che un turbine e il mio incantesimo un'illusione.
Sono troppo giovane e impetuoso per cercare quel bosco sacro. Nella bocca mi resta il sapore del sangue, e l'arco e le frecce dei miei padri sono ancora nelle mie mani e non posso proseguire.
Al di là dell'io oppresso vive il mio io più libero; per lui i miei sogni sono una battaglia combattuta al tramonto e i miei desideri uno stridore di ossa.
Sono troppo giovane e afflitto per essere il mio io più libero.
E come posso diventare il mio io più libero se non uccido la mia interiorità oppressa e se tutti gli uomini non sono liberi?
Come possono le mie foglie cantare volando nel vento se non quando le mie radici appassiranno nel buio?
Come può l'aquila che è in me liberarsi verso il sole se non quando i miei piccoli abbandoneranno il nido che io stesso ho costruito per loro?
- Gibran Kahlil Gibran -
A dire il vero io non mi sento più così giovane.
Ma lei lo è.
Io non cercherò quell'altra solitudine. Ne morirei. Ma spero che un giorno dimorerò in un boschetto incantato, dove volano le aquile.
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