Acqua e Vento

Uno spazio per pensare, per comunicare, per trasmettere tutto quello che mi passa per la mente.... Mia nonna mi diceva spesso "tu sei acqua e vento". Un attimo prima la tempesta, un attimo dopo di nuovo il sole. Ecco, uno spazio pieno di sole.

12 giugno 2006

Epilogo al Teatro Olmetto

Il cuore che mi balza in petto e che si fa sentire, vorrei rallentarlo, ma a nulla servono i miei profondi respiri. E' quasi l'ora, è quasi ora, saltello dall'uno all'altro cercando una parola che mi calmi, almeno un po'....
Emozioni che si accavallano: la paura di dimenticare le battute, l'aspettativa, la curiosità, la voglia di farcela e di dare il meglio.
Uniti come non mai, finalmente un gruppo e non più solo singole persone alla ricerca di se stesse o di una parte di sè. La solidarietà forte mista ad affetto che ci può solo essere quando un obiettivo o una passione accomunano. In questo caso entrambi.
Tutti in cerchio a ripetere la Haka di Renata. Siamo una tribù che compie riti d'iniziazione antichi e... buffissimi!!! Un gruppo di simpatici pazzi. Ed a passarci in rassegna, in effetti, ognuno porta sul volto la propria peculiare follia, che Lucia ha saputo cogliere così bene nel tirarci fuori i nostri personaggi per la prima parte dello spettacolo.
E poi tutto ha inizio.
Tutto fluisce meravigliosamente bene, anche i piccoli inconvenienti che si presentano vengono superati pare senza sforzo: siamo allenati nell'arte di improvvisare, ogni tassello trova il suo posto e i personaggi che parlano per nostra bocca sanno perfettamente cosa fare. Noi ci lasciamo trasportare da questo flusso di coscienza, che ritorna stasera mentre scrivo, e che dà tanto l'impressione di "dondolare/su quest'acqua/che fa dimenticare"...
Magicamente mi ricordo tutte le battute, sì, è come muoversi in un sogno e i riflettori mi avvolgono in una luce che riscalda e ogni paura è inutile e lontana.
Abbiamo esitazioni, è normale, ma non le mostreremo mai sul palco: siamo attori. Anche se soltanto per una sera. E ancora una volta lo Spirito del Teatro dispiega tutta la sua arte, si posa lieve su ogni cosa, attori e spettatori, e non è polvere, semmai è la polverina dorata sulle ali di Trilli e ci solleva tutti in un viaggio surreale che nutre e dà pace.
Ieri sera ho assaporato la felicità. Per tutto il giorno oggi ho avuto un piccolo sorriso.
La luce che ho dentro si effonde all'esterno.
Mi accompagnerà ancora nei prossimi giorni... anni... secoli?

09 giugno 2006

La lunga corsa

QUESTA è DI UN PAIO DI GIORNI FA, MA PER PROBLEMI TECNICI RIESCO A PUBBLICARLA SOLTANTO ORA.... HO ACCUMULATO TANTE COSE DA DIRE, VI BOMBARDERO'!!!

Una spatolata di nuvola in mezzo al cielo.
La luna girata di tre quarti si fa i cazzi suoi.
Una stellina a punto interrogativo è la pupilla perplessa di un occhio di bue.

Alex non ce la fa più a correre, ha bisogno di fermarsi un momento, di ascoltarsi...
E' la frenesia di questo meccanismo stritolante che ci coglie tutti quanti e che si chiama quotidianità. Dategli il nome che volete, ma alla fine non è altro.

Mi sento di suggerirgli questo: "Chiudi gli occhi/ed entra nel tuo silenzio:/ forse lì troverai la verità che cerchi". Poi alzati su tutta la tua statura, respira, butta indietro le spalle e vai avanti.

Voglio dedicargli questa canzone, scusandomi se non sono tempestiva quanto avrei voluto. La prendo in prestito da Edoardo Bennato:

Non farti cadere le braccia, corri forte,
ma più forte che puoi
Non devi voltare la faccia,
non arrenderti né ora né mai...

Su per le scale il buio
ma la luce corre dentro agli occhi
sono un bambino io
con ancora i graffi sui ginocchi
dalla cucina una voce cara
mia madre che mi dice:
Non farti cadere le braccia...

Non so se ti è capitato mai
di dover fare una lunga corsa
e a metà strada stanco
dire a te stesso: adesso basta!
Eppure altri stan correndo ancora
intorno a te... allora:

Non farti cadere le braccia...

Non puoi fermarti ora...
Lo so, ti scoppia il cuore,
dici anche di voler morire
dici: è meglio che correr così,
ma no, non puoi fermarti...

Non farti cadere le braccia...